sindrome femoro rotulea cosa fare corciano

Ginocchio doloroso: sindrome femoro-rotulea.

Questa sindrome è molto comune tra le cause del dolore al ginocchio.

La corsa o allenamenti con salti e rialzi può contribuire al dolore al ginocchio e sfociare nella sindrome femoro-rotulea. È importante che ogni individuo con questa sindrome riceva una precoce riabilitazione per prevenire la cronicizzazione del problema.

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Diagnosi

La valutazione della sindrome si può effettuare tramite test obiettivi:

  1. Test del ROM;
  2. Test della lunghezza muscolare;
  3. Versamento del ginocchio : può verificarsi un lieve versamento. il suo monitoraggio può aiutare a determinare la progressione clinica;
  4. Test del Ballottamento rotuleo;
  5. Contrazione isometrica con resistenza;
  6. Valutazione della forza.

Per ROM intendiamo l’arco di movimento passivo e attivo del ginocchio, della caviglia e dell’anca. Il fisioterapista andrà a valutare diversi parametri quali:

  • Flessione e estensione tibiofemorale;
  • Dorsiflessione e flessione plantare della caviglia;
  • estensione e flessione femorale;
  • rotazione interna ed esterna femorale;
  • abduzione e adduzione dell’anca;
  • flessione e stensione lombare.

Per quanto riguarda invece il Test della lunghezza muscolare, il fisioterapista andrà a valutare la rigidità dei tessuti molli: l’individuo che ha la sindrome femoro-rotulea presenterà una flessibilità limitata.

È necessario, inoltre, oltre agli esami obiettivi effettuare anche esami diagnostici come RX, TAC e RM per valutare lo stato dei tessuti.

Sintomi

Il sintomo che caratterizza principalmente questa problematica è il dolore nella regione anteriore del ginocchio, nello specifico, nella sede inferiore e laterale della rotula.

Questo dolore può irradiarsi verso la tibia e il quadricipite. Si può verificare gonfiore e calore nell’articolazione.

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Fisioterapia

Il trattamento è specifico per ogni singolo paziente e possiamo ricorrere all’utilizzo di diverse tecniche come:

  1. Terapia manuale.
  2. Terapia strumentale: tecarterapia, ultrasuono, laserterapia.
  3. Esercizi terapeutici.

È possibile che in un unica seduta vengano integrati più tecniche al fine di poter dare uno stimolo specifico e mirato alla biologia del tessuto ed avere un risultato ottimale.

Per concludere, la riabilitazione deve essere progressiva e guidata.Il nomitoraggio della progressione clinica da parte di un profesisonista è fondamentale per poter programmare e utilizzare i protocolli di allenamento.

È per questo che nel nostro centro si affronta un percorso terapeutico personalizzato, perchè è importante ogni fase della progressione clinica e cioè: trattare il dolore, recuperare il movimento e l’articolarità e l’ultima fase quella del mantenimento e miglioramento delle performance motorie per evitare il rischio di recidive.

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