Protesi alla spalla
Protesi alla spalla
Quando parliamo della spalla, parliamo di una delle articolazioni fondamentali del nostro corpo, attraverso la quale facciamo molte delle cose della nostra vita quotidiana. Infatti, provare dolore a questa parte del corpo può essere molto invalidante quindi l’intento è quello di diminuire il dolore il prima possibile, facendo, se necssario, anche un intervento. L’intervento può ripristinare i corretti rapporti anatomici al fine di poter muovere la spalla senza dolore. Uno di questi casi è l’intervento di inserimento della protesi, al quale sono esposti principalmente soggetti di età avanzata che presentano problemi strutturali che non sono migliorabili mediante le cure conservative.
La spalla
Intanto, possiamo dire che la spalla è formata da 4 elementi ossei differenti:
- La Testa omerale
- La Scapola
- La clavicola
- Lo Sterno
Essi si articolano tra di loro dando luogo a 5 articolazioni che ti riportiamo qui di seguito:
- Articolazione gleno-omerale: tra la cavità glenoidea della scapola e la testa dell’omero;
- Articolazione acromion-clavicolare: tra il processo acromiale della scapola e l’estremità laterale della clavicola;
- Articolazione sterno-clavicolare: tra sterno e margine mediale della clavicola;
- Articolazione scapolo-toracica: riguarda il piano di scivolamento della scapola sulla gabbia toracica;
- Articolazione subdeltoidea: riguarda il piano di scorrimento del deltoide, sotto il quale si trova una borsa sierosa.
Mentre i muscoli che partecipano al movimento della spalla sono moltissimi, 17 per l’esattezza, e vengono distinti in due grandi gruppi in base alle loro caratteristiche:
- muscoli intrinseci: un insieme di muscoli che hanno entrambi le inserzioni nelle ossa che formano lo scheletro della spalla (omero, clavicola, scapola). Rientrano in questo gruppo: il muscolo Deltoide, il muscolo Piccolo rotondo e la cuffia dei rotatori che comprende il muscolo sovraspinoso, il muscolo infraspinoso, il muscolo piccolo rotondo e il muscolo sottoscapolare.
- muscoli estrinseci: un insieme di muscoli che hanno solo un’inserzione sullo scheletro della spalla, come ad esempio il muscolo bicipite brachiale, il muscolo tricipite, i muscoli romboidi, il muscolo trapezio, il muscolo dentato anteriore, il muscolo succlavio e il muscolo elevatore della scapola.
Cos’è una protesi alla spalla?
Quando parliamo di protesi, parliamo di una sostituzione di una parte del nostro corpo con una artificiale. Nel caso della spalla, le protesi si possono suddividere in tre tipologie:
- Endoprotesi: una protesi che va a sostituire solo la testa omerale
- Artroprotesi: protesi nella quale si va a sostituire sia la testa omerale che la glenoide della scapola
- Protesi miste: dove vi è una parziale sostituzione dei capi articolari, o di uno dei due mentre l’altro è sostituito totalmente.
È necessario sostituire omero e/o cavità glenoidea, quando avvengono traumi violenti, come fratture che causano la necrosi della testa omerale o lussazioni, e degenerazioni importanti, come l’artrosi gleno-omerale o l’artrite reumatoide, dando luogo a condizioni dolorose continue e deficit funzionale.
Quando effettuare una Protesi di Spalla?
Risulta necessario sottoporsi a questo tipo di intervento nei casi in cui:
- ci sia un trauma violento (fratture, necrosi);
- degenerazioni importanti (che danno luogo a dolore e deficit funzionale).
Come riabilitiamo la Spalla post protesi?
Innanzitutto dobbiamo prevenire le seguenti complicanze che possono insorgere dopo l’intervento:
- Rigidità articolare;
- Infiammazione;
- Gonfiore alla mano;
- Dolore.
Queste complicanze si possono verificare a causa della mobilizzazione con tutore post operazione. Per questo motivo si consiglia durante le prime settimana di rimuovere il tutore per qualche ora durante la giornata.
Nella fase Pre-Operatoria
La riabilitazione di Spalla incomincia solitamente già prima dell’intervento in cui si esegue un training di preparazione all’operazione con movimenti mirati al rinforzo muscolare e alla mobilità dell’articolazione.
Nella fase Post-Operatoria
Si inizia diverse settimane dopo, quando l’ortopedico riterrà che l’articolazione è pronta (ovvero quando la cicatrice è guarita e l’impianto sia ben stabile).
Quali saranno gli obiettivi da raggiungere:
- Riparazione dei tessuti;
- prevenire le complicazioni;
- recuperare le funzionalità.
Dividiamo il percorso fisioterapico in 3 Fasi:
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- Fase 1 (fase iniziale): in questa fase lo scopo è quello di ridurre il dolore e iniziare a recuperare la mobilità. In questa fase il fisioterapista andrà ad eseguire delle terapie soprattutto passive per migliorare la mobilità dei tessuti e iniziare a muovere l’articolazione. Sarà di fondamentale importanza che il fisioterapista si assicuri che le articolazione del gomito e del polso non sia compromesse in termini di rigidità ed estensione (a causa della posizione mantennuta durante il periodo con il tutore). Infine in questa fase andremo anche a trattare la cicatrice che si è già precedentemente rimarginata. Sarà molto utile, in questo caso, andare a lavorare le aderenze connettivali, il modo da contribuire ad una ripresa del movimento migliore. Una cicatrice non trattata può risultare nociva per la motilità e fastiodiosa per il paziente ma anche antiestetica.
- Fase 2: in questa fase lo scopo sarà quello di lavorare sul movimento parziale, quindi raggiungere almeno 90° di abduzione e flessione senza che il paziente utilizzi la scapola. In questo step ci si concentrerà anche su:
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- un lavoro leggero di rinforzo muscolare partendo da contrazioni isometriche fino ad arrivare a esercizi di contro-resistenza
- recupero della prorpiocezione (ovvero controllo della spalla nello spazio).
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- Terza Fase: questa fase viene raggiunta solitamente dopo diversi mesi di fisioterapia, in cui si andrà a recuperare totalmente la mobilità di spalla nei tre piani dello spazio. Il paziente in questa fase sarà quasi del tutto autonomo e si mira a rendere l’articolazione quanto più simile all’arto sano in termini di forza, resistenza, propriocezione.
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